INTRODUZIONE


Quando di parla della città di Cascia il pensiero va immediatamente al Santuario di S. Rita, meta continua di pellegrinaggi da tutta Italia, ma al di là anche delle tristi circostanze che l'hanno vista protagonista dei tragici fatti relativi al terremoto del 30 ottobre 2016, essa meriterebbe di essere conosciuta anche per quanto vi si svolge, durante la Settimana Santa, nella serata del Venerdì Santo, alle ore 21.30.
Per l’occasione, le vie di Cascia sono illuminate solo da torce e lumini. Una lunga fila di figure muove dalla Collegiata di Santa Maria. Gli unici squarci sonori di una notte carica di misteri sono il grido lamentoso delle donne e degli uomini che all'unisono intonano il Miserere, e lo strisciare impietoso delle catene che i Penitenzieri, rigorosamente incappucciati, legano ai piedi nudi, per rendere ancora più aderente il loro incedere alla salita sul Golgota.
È la processione del Cristo Morto, organizzata dalla Confraternita della Buona Morte, il cui misticismo affonda in profondità le sue radici nel territorio Casciano.
Questa zona montuosa, gelosa delle sue tradizioni ma aperta a chi vuol conoscere e capire lo stile di vita di una popolazione, legata alle sue secolari lotte con una aspra natura, trova nella Settimana Santa una culla e un ricettacolo di un misticismo autentico e perenne.
La processione del Venerdi Santo diventa l’emblema di una memoria collettiva che esprime le emozioni che, per via genetica, la gente del luogo continua a trasmettersi. Il travaglio dell’uomo, che sente il bisogno di espiare, viene vissuto in maniera drammaticamente suggestiva in questa processione, antica di sette secoli.


Per quattro chilometri una lunghissima catena processionaria, sotto il tremulo riverbero delle  torce, ammutolisce nel rievocare la passione di Cristo.
Le stazioni della "Via Crucis", dipinte su stendardi, si drammatizzano in una "Sacra Rappresentazione" che replica gli eventi di 2000 anni fa. La bara del Cristo Morto, trasportata a spalla, chiude la lunga fila di penitenzieri, anonimi espiatori che nascondono il loro corpo e il loro volto sotto una veste e un cappuccio nero, quasi a volersi confondere con le tenebre della notte e sotto il peso della croce.

- Testo e foto tratti dal web.